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L'appello di Letta e Giscard d'Estaing: "Basta esitazioni. L'Europa parli con una voce sola e sblocchi gli aiuti"

Nel giorno del Consiglio Ue sulle misure anticrisi per l'emergenza Coronavirus, il documento insiste sulla necessità di "mettere insieme le nuove obbligazioni per rispondere alla sfida del covid-19" e propone un coordinamento sanitario europeo. "Serve una vera unione politica per evitare gli errori del passato"
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Un coordinamento sanitario europeo per la gestione di eventuali future pandemie. E l'invito a parlare con una voce sola, senza più esitazioni, per sbloccare gli aiuti.

Sono le proposte al centro di un appello per una vera solidarietà europea promosso dall'ex premier Enrico Letta e dall'ex presidente francese Valéry Giscard d'Estaing e diffuso nel giorno della riunione del Consiglio europeo sulle misure per fronteggiare la crisi causata dal Covid-19: "Non abbiamo tempo per l'esitazione e la la riluttanza. Chiediamo ai leader dell'Europa di dimostrare il coraggio di parlare con un'unica voce e di garantire l'aiuto necessario ai Paesi che sono stati più colpiti dal coronavirus!", si legge nel testo della lettera, firmata da molti ex europarlamentari progressisti e deputati europei in carica come gli italiani Paolo De Castro e Brando Benifei.

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La riflessione fondamentale dell'appello è se non sia necessario, dopo questa epidemia globale, riconsiderare profondamente il funzionamento dell'Unione Europea. "Il nostro sistema è adatto alle sfide del presente?", è la domanda che si pongono i firmatari del documento.

In queste settimane i cittadini europei hanno dato una "straordinaria prova di resilienza", si legge ancora nel testo. Il personale sanitario lavora senza sosta, gli scienziati sono riusciti a raggiungere in poche settimane risultati che avrebbero richiesto mesi. "Queste forme di solidarietà molto concreta dimostrano che la cooperazione europea esiste. E tutti noi ormai ci rendiamo conto che solo unendo le forze possiamo uscire da questa crisi". Se dunque la solidarietà "è la pietra angolare della nostra Unione", non deve essere però solo una parola vuota. "Come europei dobbiamo comprendere che questo non è un gioco a somma zero; vinceremo o perderemo insieme", continua l'appello.


Ecco allora la proposta di un coordinamento sanitario europeo: "Per il futuro, proponiamo che, in caso di pandemia, il potere di coordinamento delle operazioni necessarie alla salute pubblica sia trasferito al livello europeo. In questo modello di coordinamento europeo, tutti gli altri livelli di potere, nazionale, regionale e locale, avrebbero le loro responsabilità. Tutto questo richiederà qualche aggiustamento dei trattati, ma sarà un passaggio obbligato per affrontare un'eventuale nuova epidemia di livello continentale".

Sul piano economico, poi, occorrono decisioni forti per fronteggiare la crisi attuale: "Non si tratta di mutualizzare i vecchi debiti - spiegano i promotori della lettera -  ma di mettere insieme le nuove obbligazioni che si dovranno accendere per rispondere alla sfida del Covid-19. A termine, un Tesoro europeo dovrà gestire le esigenze di credito dei diversi Paesi".

Inoltre il programma-quadro finanziario 2021-2027 va rafforzato "perché possa diventare uno strumento potente di solidarietà, adatto alle situazioni di emergenza come questa". Bisogna poi dare piena operatività al Centro di coordinamento per la risposta alle emergenze (Emergency Response Coordination Centre), che dirige il sistema degli aiuti in termini di competenze, materiali di soccorso o squadre di protezione civile per i Paesi colpiti. E ancora: "La ricerca sanitaria deve essere meglio coordinata a livello europeo, così come la raccolta e l'interpretazione dei dati epidemiologici".

L'azione europea dovrà essere più "agile" anche in futuro. La rapidità nelle decisioni mostrata in questo periodo di emergenza dovrà essere mantenuta, ma questo si può ottenere solo snellendo le procedure burocratiche. "Soltanto conferendo all'Europa una piena dimensione politica possiamo costruire la società di domani, evitando che si ricada nei tragici errori del passato - conclude il documento  - Il Covid-19 ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di nuove idee per vincere le sfide attuali e adattarci al mondo attraversato dalla grande trasformazione globale e digitale".

I firmatari

Valéry Giscard d'Estaing, ex presidente francese
 
Magdalena Adamowicz, europarlamentare polacca
 
Carina Autengruber, presidente dell Forum europeo della Gioventù
 
Brando Benifei, europarlamentare italiano
 
Elmar Brok, europarlamentare tedesco
 
Manuel Castells, ministro dell'Università spagnolo
 
Étienne Davignon, ex vicepresidente della Commissione europea

Paolo De Castro, europarlamentare italiano

Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo

Alain Lamassoure, ex europarlamentare francese
 
Enrico Letta, ex presidente del Consiglio italiano
 
Irene Milleiro, amministratore delegato di Change.org Spagna.

Carlos Moeda, ex commissario europeo per la ricerca, la scienza e l'innovazione.
 
Isabel Mota, presidente del Consiglio di fondazione della Fondazione Calouste Gulbenkian.

Hans-Gert Pöttering, ex presidente del Parlamento europeo.
 
Maria João Rodrigues, ex deputato europeo e vicepresidente del gruppo S&D (2014-19).

Claus Haugaard Sørensen, membro del gruppo consultivo per le capacità di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Daria Tataj, esperta di innovazione ed ex presidente di consulenti di alto livello del commissario europeo per la Ricerca, la scienza e l'innovazione.

Nils Torvalds, europarlamentare finlandese.
 
Boris Zala PhD, ex deputato al Parlamento europeo, fondatore del movimento socialdemocratico in Slovacchia.
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