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Enrico Letta: "Leader non è chi segue i propri follower"

Enrico Letta con Tonia Mastrobuoni ed Andrea Bonanni sul palco di RepIdee (eikon)
L'ex premier ospite del Festival di Repubblica a Bologna. Ricorda le parole di Kohl: "L'Italia è l'Europa e non c'è Europa senza Italia". E attacca le attuali leadership politiche
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BOLOGNA - "Di fronte alla rivoluzione di Internet ci sono due atteggiamenti della politica: c'è la via finta, quella di chi è follower dei propri follower, in cui loro ti dicono cosa fare. Ma quella non è leadership, ma essere un follower al quadrato".

RepIdee, Letta: "Leader non è chi segue i propri follower"

Enrico Letta sale sul palco della Repubblica delle Idee. E nelle sue parole c'è una stilettata a chi utilizza la Rete per fare propaganda, ma poi non è in grado di convincere l'elettorato: "Leadership invece è dire qualcosa che in quel momento non è nella maggioranza dell'opinione pubblica. E tu convinci a essere seguito sulle tue idee". Questo, ricorda l'ex presidente del Consiglio, ha fatto Kohl, quando espresse il suo progetto di Europa. E ora, sottolinea Letta, è quello che sta facendo Macron in Francia: "È stato lui per primo a parlare di Europa quando ha iniziato la sua campagna elettorale in Francia. Per anni, prima di lui, nessuno lo aveva fatto".

Asse franco-tedesco. Nel primo appuntamento della terza giornata al festival di Repubblica in corso a Bologna, Letta si confronta con i giornalisti Andrea Bonanni e Tonia Mastrobuoni sul tema del "disegno di una nuova Europa". Seduto tra il pubblico anche Romano Prodi, che invece sarà protagonista del dibattito delle 19 con Marco Damilano. "Il 25 settembre, dopo il voto tedesco, mi aspetto un grande rilancio da Francia e Germania di una forte iniziativa, paragonabile a quella dell'89, dei tempi di Kohl e Mitterrand", afferma Enrico Letta concentrandosi sul futuro dell'Unione europea. La 'coppia' Merkel-Macron, sottolinea l'ex premier, ha un equilibrio che finora non si è mai verificato tra i leader dei due Paesi. "Merkel è un leader europeo che si è forgiato sul problema dei migranti e la Germania è un Paese che si muove sulla strada europea". Macron ha una grande forza ed è stato capace di 'smontare' in due ore di confronto l'avversaria Le Pen, puntando sui programmi delle cose da fare e non su semplici proclami che, ha sottolineato Letta, vanno alla pancia della gente, ma alla fine dei conti non convincono.

Il ruolo dell'Italia. In questo panorama è fondamentale per l'Italia scegliere cosa fare, "se stare o meno al volante della locomotiva: è importante che non facciamo i provinciali: non diciamo che Berlino e Parigi non si devono vedere senza di noi. Se facessimo questo errore, allora aumenteremmo la predominanza di Berlino, i cui pericoli vengono percepiti anche dai tedeschi".
 
Romano Prodi tra il pubblico del dibattito con Letta (eikon)
La 'manna' Trump. A dare nuovo vigore al un'idea di Europa unita soprattutto nei valori è, secondo Letta, la 'manna' Trump. "Quello che ha fatto il nuovo presidente Usa in quattro mesi - sottolinea -, non è riuscito a farlo nessuno in molto più tempo e, se moltiplichiamo per i quattro anni di mandato, il risultato non può essere che un accumulo di macerie". La posizione del capo della Casa Bianca in merito agli accordi di Parigi sul clima e, soprattutto, l'offensiva protezionista nei confronti dell'Europa, sono elementi che spingono la Germania per prima e tutti i Paesi europei con lei, a stringersi per rinsaldare i principi sui quali l'idea di Unione aveva avuto origine. "Il discorso che la cancelliera  tedesca ha fatto contro Trump è rivolto agli europei. Lui concentra una tale quantità di valori negativi e alternativi al nostro modo di essere, che la diplomazia di piccole convenienze deve lasciare il posto alla difesa dei nostri valori".

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E sottolinea un legame negativo tra la Brexit e l'elezione di Trump. Entrambi, evidenzia Letta, guardano a un passato ritenuto migliore, ma che in realtà non può più tornare, perché il mondo è cambiato e va in un'altra direzione: "Basta guardare agli slogan che sono stati usati ('Take back control' per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue e 'Make America great again' per la campagna di The Donald) per scorgere una linea simile. Per esperienza, ho sempre visto vincere chi prometteva un futuro migliore, non chi voleva recuperare il passato". Ma il mondo è in evoluzione costante, ribadisce Letta e anche il ruolo degli europei, come quello degli italiani, nel panorama globale è cambiato. "La direzione da prendere è quella di un'Europa che non sarà una potenza politica, ma una forza attrattiva per i valori che rappresenta e difende".

Per questo, Letta invita a evitare di cadere nei luoghi comuni: "Tutti, senza esclusione, focalizzano nell'Erasmus l'elemento positivo dell'Europa. Ma è un errore, perché l'Europa non è solo questo che, anche se è stata un'importante conquista, riguarda solo 1/3 della popolazione. L'Europa è costituita da messaggi importanti come libertà e democrazia, che riguardano tutti e sulla difesa di queste conquiste che bisogna puntare per trasformarla".

Il ricordo di Kohl. Un ricordo particolare viene dedicato proprio all'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, morto ieri a 87 anni: "È stato un gigante - dice Letta - un grandissimo amico dell'Italia e dell'Europa dei popoli. Diceva che l'Italia è l'Europa e non c'è Europa senza Italia. Fece tanti errori, purtroppo la politica tedesca lo rottamò senza riconoscergli il ruolo che ha avuto, ma la storia gli ridarà il posto che la politica gli tolse". Ed emerge anche un aneddoto legato all'esperienza di Letta come assistente di Beniamino Andreatta: "Dopo un incontro a Roma, una volta in macchina lungo la via verso Ciampino, per prendere l'aereo, Kohl fece inchiodare la sua auto. Scese ed entrò in un ristorante lungo l'Appia. Si ricordò che lì, quando studiava a Roma, mangiò la migliore amatriciana della sua vita. E malgrado fossero le tre di pomeriggio, se la fece servire. A dimostrazione della grande umanità del personaggio".

RepIdee, Letta e il ricordo di Kohl: "Cosa non fece per quel piatto di amatriciana..."