Macron a Strasburgo per rilanciare l’Ue: «Sovranità e nuovi Trattati»

di Stefano Montefiori

Il presidente francese domani al Parlamento di Strasburgo nell’anniversario del discorso di Schuman da cui nacque l’idea di un’Europa unita. Il consigliere: «Riaffermare la forza delle democrazie liberali»

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Emmanuel Macron, 44 anni (Epa)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI
- A Mosca la parata di soldati e missili, a Strasburgo una celebrazione dell’integrazione europea cominciata con la dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950: di sicuro meno spettacolare, ma capace di ricordare da che parte stiano gli atteggiamenti bellicisti, e dove invece gli sforzi di pace.

Quel giorno il ministro degli Esteri francese Robert Schuman, nato in Lussemburgo, cresciuto in Lorena e quindi cittadino tedesco fino al 1919 e poi francese, pronunciò nella sala dell’orologio del Quai d’Orsay la dichiarazione con la quale Francia e Germania si impegnavano a mettere in comune la produzione di carbone e acciaio, un modo per rendere la guerra «non solo impensabile, ma materialmente impossibile». Fu l’inizio della Ceca, embrione dell’Unione.

L’evento di domani, la chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa nella giornata che dal 1985 è la Festa europea, era previsto da tempo, ma la guerra in Ucraina lo ha trasformato in una risposta di fatto a Vladimir Putin: un contro-nove maggio nel quale Emmanuel Macron pronuncerà il primo discorso sulle questioni europee da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e lui è stato riconfermato all’Eliseo. Una sorta di seguito del «discorso della Sorbona» del 26 settembre 2017, nel quale un Macron all’inizio del primo mandato tracciò le linee di quella nuova «sovranità europea» che sembra avere ripreso slancio dopo l’aggressione russa a Kiev.

Un consigliere dell’Eliseo spiega che domani ci saranno due 9 maggio: «A Strasburgo riaffermeremo la forza delle democrazie liberali e della libertà di espressione», a Mosca invece andrà in scena «quel revisionismo storico che oggi sta spargendo sangue sul suolo ucraino». Si affronteranno due modelli di società e due visioni del mondo, «e la nostra ambizione è mostrare l’attualità della democrazia liberale, con ciò che può portare in termini di libertà ma anche di efficienza per i nostri concittadini».

Intorno alle 13 e 30 Macron si rivolgerà al Parlamento europeo dopo che il suo «alleato e amico» Mario Draghi pochi giorni fa si è espresso nella stessa sede con grande chiarezza: «Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico», ha detto Draghi, pronunciando di nuovo la parola «federalismo» che da anni sembrava proibita. E quindi, superare il principio dell’unanimità nel Consiglio europeo per andare verso decisioni prese a maggioranza, se necessario cambiando i Trattati.

Dopo qualche reticenza, la Francia sembra pronta a raccogliere l’invito di Draghi, condiviso dalla Germania. E Macron — sottolineano le fonti dell’Eliseo — parlerà come leader del Paese che fino a giugno assicura la presidenza del Consiglio Ue, quindi con una responsabilità supplementare nei riguardi di tutti i 27 Paesi. Parigi ricorda che già adesso molte decisioni vengono prese a maggioranza qualificata, tranne in materia fiscale, sociale e di politica estera. «Ma siamo pronti a estendere il voto a maggioranza anche a questi settori», dice l’Eliseo. L’Ungheria di Orbán non ne sarà felice, ma non è più tempo di compromessi di facciata.

Il 9 maggio europeo coincide con la cerimonia di chiusura della Conferenza lanciata un anno fa, che ha prodotto 49 proposte, tra le quali: revisione dei Trattati, più integrazione in energia e difesa, concessione dell’iniziativa legislativa al Parlamento e, di nuovo, fine dell’unanimità per garantire efficacia in politica estera. Dopo Strasburgo, Macron andrà a Berlino per incontrare il cancelliere Olaf Scholz , rispettando la tradizione di riservare alla Germania il primo viaggio del mandato. «Meno Victor Hugo, più Robert Schuman», è l’auspicio di Thierry Chopin, politologo consigliere dell’Institut Jacques Delors, a proposito del secondo quinquennio di Macron: meno retorica, più concretezza, come in quel 9 maggio di 72 anni fa.

7 maggio 2022 (modifica il 7 maggio 2022 | 23:20)